Manuale di lingua e mitologia urbana

Ampli

di Pol De Lay da Schio
Pubblicato il

AMPLI:  (m. s., plurale invariato: un ampli, due ampli, tre ampli etc)

Amplificatore per strumenti musicali non dotati di cassa di risonanza.

Si tratta di una cosa che prende un segnale sonoro appena percettibile, ad esempi una chitarra, e lo trasforma in schizzi frastuono… comodamente regolabile tramite le manopoline.

Durante un live è l’interfaccia del musicista con il pubblico, perché lo strumento parla attraverso l’ampli.

La scelta dell’ampli è qualcosa di personale, perché ha a che fare con la personalizzazione del timbro, con il suond ricercato da un musicista, e dopo l’acquisto dello strumento è il primo elemento che si decide di affinare. 

Ci sono due grandi famigle di ampli, l’ampli a transistor e l’ampli a valvole. L’ampli a valvole è preferito da quella parte di musicisti che prediligono un suono caldo, avvolgente, come solo la saturazione di una valvola può dare.

Chi preferisce un suono freddo, preciso, tagliente, si affida invece all’alta fedeltà di un transistor. Il transistor produce dei suoni puliti, fedeli, ed è adatto a chi ha bisogno di un suono pettinato.

Questa differenza nasce dal tipo di risposta diversa che i due tipi di ampli danno, in quanto, al variare del volume, l’ampli a transistor risponde in modo lineare, il timbro emesso, la qualità del suono non cambiano. L’ampli a valvole è una sfera d’amplificazione più inaffidabile, perché in base al  variare del volume, varia anche la qualità del suono della voce dell’ampli.

Il transistor è fedele, dà sempre la stessa risposta di fronte a stimoli differenti, mentre la valvola dà risposte diverse in base al volume a cui spari il suono. Per certi versi l’ampli a valvole è simile alla voce umana, perché il tono di voce una persona varia sensibilmente se questa parla sottovoce o se sta urlando delle imprecazioni contro uno che gli ha graffiato l’automobile.


Anche se non è perfettamente corrispondente, si potrebbe dire che esiste tra ampli a valvole e ampli a transistor, la stessa differenza che c’è tra digitale ed analogico: il suono digitale è fedele ma freddo e anestetizzato, il suono analogico non è fedele ma ha quel fruscio di fondo che fa parte della vita, e crea anche degli imprevisti, tipo una valvola che brucia di colpo, perché la valvola quando è sottoposta a stress si satura e salta, dando come preavviso solo certi bzzz bzzz bzzz, così come un essere umano troppo carico di energia ad un certo punto esplode.

Il transistor è un automa per cui si comporta freddamente in ogni istante della sua esistenza e come un automa non dà segni di cedimento, fino al momento in cui ciocca, e non riesci a capire perché.

Diciamo che il fascino della valvola è l’essenziale inaffidabilità della vita.
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