Manuale di lingua e mitologia urbana

Punk

di Johnny Rotten da Sex Pistols
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Essere punk significa essere un fottuto figlio di puttana che ha fatto del marciapiede il suo regno. Un figlio maledetto di una patria giubilata dalla vergogna e dalla monarchia, senza avvenire, e con la voglia di rompere il muso al prossimo caritatevole.
| Voti: 6
di Massimiliano Maestrello
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Il punk rock è uno scenario musicale non standard che fu sviluppato nel 1977 da Malcolm McLaren, Joe Strummer e Johnny Rotten ed altri come alternativa alle teorie che assumono che un linguaggio musicale debba essere legato in qualche modo alla perizia tecnica del musicista.
La sua base "filosofica" è il cosiddetto “principio dei tre accordi”, che afferma che il nostro punto di osservazione della musica non sarebbe per nulla particolare, non solo dal punto di vista della posizione (Principio cosmologico "semplice"), ma anche dal punto di vista temporale: non solo la perizia tecnica, l’assonanza e il rispetto del tempo musicale non sono al centro dell'Universo (né in alcun'altra posizione privilegiata), ma su scala cosmologica anche l'epoca in cui viviamo non sarebbe significativamente differente da ogni altra. L'universo su grande scala sarebbe quindi da distruggere in toto.
Questo principio può essere conciliato con la cosiddetta Legge di Vicious (l'osservazione che il futuro si allonta da noi ad una velocità proporzionale alla sua distanza) solo assumendo che si abbia una continua distruzione della materia, in modo da mantenere costante la densità media. Siccome il tasso a cui la materia dovrebbe essere creata è molto basso (per compensare l'espansione e mantenere costante la densità in un dato volume è sufficiente che ogni anno venga "creata" una quantità di materia pari ad un decimo di miliardesimo di quella originariamente presente), la mancata distruzione di questa materia non costituisce un vero problema per la teoria, anche se alcuni suoi seguaci  hanno ipotizzato che New York sarebbe il luogo dove la "nuova" materia sarebbe stata creata (con I Ramones).
Per quanto la legge di Vicious fosse forse la teoria più accreditata, lo stato stazionario rimase una seria alternativa fino alla fine degli anni settanta, quando furono ottenute osservazioni che dimostravano che le proprietà del punk su larga scala evolvono nel tempo: si osservò infatti che la densità "locale" di band e di garage-sale prove era sostanzialmente inferiore a quella che si poteva misurare ad alto redshift, ovvero a grandi distanze, ovvero (dato che l’imperizia del punk è costante) nel lontano passato. Questa interpretazione fu contestata da alcuni sostenitori dello stato stazionario che suggerirono che il redshift dei garage-sale prove non fosse di origine cosmologica, ma legato alle proprietà fisiche di questi oggetti (cosa che avrebbe "salvato" lo stato stazionario).
La controversia sullo stato attuale del punk ha oggi un interesse prevalentemente storico: occasionalmente i modelli "stazionari" segnano qualche punto a loro favore (ad esempio la cosiddetta cosmologia del Blink 182 spiega con naturalezza la recente e inattesa scoperta che la commercializzazione del punk starebbe accelerando), ma questi non sembrano essere paragonabili ai successi delle teorie "standard" punk.
Per questo motivo il punk viene ormai considerato un fatto acquisito da quasi tutti gli studiosi, ed il dibattito in campo musicale riguarda quale delle sue numerosissime varianti sia la più corretta. In particolare, alcune di queste teorie vanno oltre il punk  stesso e cercano di spiegare (perlomeno dal punto di vista musicale) quello che molti considerano il principale punto debole della teoria, ovvero la sua incapacità di spiegare che cosa abbia "causato" il punk  stesso, e di conseguenza la distruzione  del nostro universo.
| Voti: -9

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